Citazioni tratte da G. B. Rimentano, Multidimensionalità, psiche e cosmo in Giordano Bruno, La Finestra editrice, Trento 2022.
Rilascia qualche breve commento, una recensione completa o domande da rivolgere all'autore. «Come la madre che porta in grembo il figlio, la materia per Bruno è mater, madre di infinite forme, in quanto non possiede solo una o alcune forme in particolare, ma le presenta tutte; e, a differenza del concetto di potenza/atto di Aristotele, per Bruno tutte le infinite potenzialità insite nella materia sono contemporaneamente attuali. Ma come fa qualcosa che è presente solo allo stato potenziale ad essere concretamente presente come se fosse alcunché di reale e attuale? Si provi a dire ad una donna che porta in grembo il suo feto, che quel “vermicello” nella pancia non è ancora propriamente un essere umano, e che non si possa parlare di figlio o di madre, fin quando non viene alla luce il futuro nascituro. Anche se la madre conosce benissimo la distinzione che vi è tra la vita intrauterina e la nascita che avverrà soltanto dopo il parto, sin dal momento in cui avverte di essere incinta la madre sente già effettivamente di essere madre, sentendo già la presenza del figlio dentro e fuori di sé»
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Citazioni tratte da G. B. Rimentano, Multidimensionalità, psiche e cosmo in Giordano Bruno, La Finestra editrice, Trento 2022.
Rilascia qualche breve commento, una recensione completa o domande da rivolgere all'autore. «Come dinanzi ad uno specchio, accade talvolta che la nostra mente non faccia distinzione alcuna tra il fare e immaginare di fare qualcosa. A spiegarci come ciò sia possibile sono oggi le neuroscienze, con la scoperta dei cosiddetti neuroni specchio, i quali si attivano indifferentemente senza fare distinzione alcuna tra il fare e il veder fare. Non che tale distinzione non esista. Ma il fatto è che la rete neuronale dell’area visuo-motoria mostra forti integrazioni e strette interdipendenze tra funzioni visive e funzioni motorie. Ovviamente per afferrare un oggetto devo contrarre muscoli e attivare circuiti neuronali che resterebbero inattivi, se mi limitassi soltanto ad immaginarlo. E tuttavia, ciò non toglie che la prefigurazione dell’esperienza – quale avviene nel gioco, o nella semplice simulazione dell’immaginazione – sia proprio ciò che consente all’homo sapiens di essere sapiens, ovvero consapevole del proprio essere consapevole. Quale importanza la scoperta dei neuroni specchio oggi rivesta nell’illuminare anche i principi psicologici sottesi nei procedimenti della mnemotecnica, lo si evince dal fatto che praticare l’arte della memoria non significava per Bruno risolvere soltanto problemi di stoccaggio dell’informazione, esercitando mere capacità passive di ritenzione. Si trattava piuttosto di potenziare ad arte la nostra intelligenza, in vista di una vera e propria ars inveniendi. In altre parole – come diremmo oggi – si tratta di sviluppare un’intelligenza artificiale. Per Bruno, la mente sorge dalla natura. Ma attraverso la mente la natura, a sua volta, osserva e modifica se stessa, autotrascendendosi continuamente, mostrando in che modo naturale e artificiale si prolunghino l’uno nell’altro senza soluzione di continuità. […] Ma c’è di più. L’arte della memoria di Bruno non si limita a visualizzare un concetto astratto riconducendolo ad un’immagine concreta, realizzando così un “pensiero per immagini”. Ancora più fondamentale è trasformare l’immagine in un luogo in cui immaginare di entrare. Il che conferma, ancora una volta, ciò che oggi le neuroscienze scoprono circa l’importanza che l’integrazione visuo-motoria gioca nell’immaginazione. Entrando nell’immagine, installandosi in essa fino ad abitarla, l’arte della memoria di Bruno chiede infatti di esplorare immaginativamente le immagini dall’interno, muovendosi in esse come se ad entrarvi fosse il corpo intero che ne fa esperienza, qualcosa che oggi potremmo paragonare all’esperienza dell’indossare il casco con visore delle realtà virtuali: Il campo è il primo sigillo. Questo è bene che sia formato da quelle rappresentazioni interiori, le cui immagini sono appunto contenute nell’amplissimo seno della facoltà fantastica proprio con lo scopo di far giungere al desiderato raccolto i semi di tutti i significati e di tutte le immagini fantastiche. Questo lo vogliamo inoltre – perché sia per noi massimamente efficace – suddiviso in parti che siano visibili, di medie dimensioni, né troppo né poco perspicue, diverse e differenziate, messe in ordine, separate e scandite da intervalli appropriati, di larghezza ed altezza sufficiente ad ospitare un uomo con le braccia aperte ed alzate, fornite di elementi aggiuntivi e mobili, proporzionali al numero di immagini dall’aspetto sorprendente e, infine, visitate e passate in rassegna molte volte (G. Bruno, Explicatio triginta sigillorum) Per cui, ripartizione dello spazio e sensazione cinestesica di abitarvi dentro – spaziandovi, per così dire, al suo interno – sono i tratti caratteristici di questo esercizio di immaginazione visuo-motoria in cui consiste propriamente l’arte della memoria di Giordano Bruno» Citazioni tratte da G. B. Rimentano, Multidimensionalità, psiche e cosmo in Giordano Bruno, La Finestra editrice, Trento 2022.
Rilascia qualche breve commento, una recensione completa o domande da rivolgere all'autore. «[…] l’universo infinito di Bruno implica conseguenze ben più radicali della mera nozione geometrica di spazio infinito, per via delle sue implicazioni, non solo fisico-matematiche, ma anche etiche, politiche, sociologiche e psicologiche. […] ad una più attenta analisi, il copernicanesimo di Bruno si mostra non solo di natura cosmologica, ma anche di natura psicologica, o meglio psicagogica, inducendo in noi profonde trasformazioni psicofisiche. Bruno non si limita, infatti, a decostruire il geocentrismo della cosmologia aristotelico-tolemaica, ma ne evidenzia anche il carattere egocentrico, la difficoltà, cioè, insita in ciascun uomo, di sfuggire alla visuale limitante del proprio punto di vista. Aprirsi alla prospettiva psicocosmica dell’infinito significa anche questo». |
AutoreGiovanni Battista Rimentano, docente di Filosofia in diversi Licei, vive attualmente vicino Salerno. Membro del direttivo della Società filosofica italiana (sezione salernitana) è autore di diversi articoli e contributi concernenti il pensiero psicoanalitico di I. Matte Blanco e la filosofia di Giordano Bruno, di cui esplora, da più di un decennio, aspetti teoretici in chiave attualizzante ArchiviCategorie |